Caro Collega, il 9 giugno si terranno le elezioni per il rinnovo del Consiglio Direttivo della SIP Puglia che mi vede candidato alla Presidenza. Ho ritenuto condividere con te, in questa mia lettera, alcune considerazioni, con l’augurio di vederti parte attiva nel prossimo triennio della Società scientifica di cui facciamo parte. Sono un pediatra ospedaliero che opera nel Policlinico di Bari sotto la guida del Prof. Lucio Armenio con cui giornalmente condivido le difficoltà presenti in tutti gli ospedali e a cui va la mia riconoscenza dal punto di vista professionale e umano. La mia candidatura non nasce dal caso. Spesso negli ultimi anni ci siamo ritrovati, in occasione del rinnovo dei direttivi di società scientifiche, davanti a organigrammi preconfezionati, con ruoli già decisi in partenza, senza possibilità di dialogo, di confronto, di proposte. Il risultato è naufragato in un generale appiattimento e, soprattutto, nell’allontanamento dei singoli iscritti da una partecipazione attiva alla vita della nostra Società. Queste elezioni rappresentano una opportunità per tutti noi. Con un gruppo di Pediatri Ospedalieri, Pediatri Universitari e Pediatri di famiglia abbiamo concordato di provare a fare qualcosa di diverso, di nuovo, di stimolante: abbiamo deciso di partire con un percorso che nasce dal confronto e dal rispetto delle reciproche posizioni, tutti “pari inter pares”, senza gerarchie e senza gregari. Con questi presupposti ho accettato con entusiasmo sincero, e anche con qualche timore, l’onerosa candidatura propostami. E’ facile intuire che qualsiasi programma preliminare che verrei a sottoporti sarebbe una presa in giro, come quelli che vengono sbandierati durante le campagne elettorali e poi puntualmente disattesi. Tutti quanti siamo consapevoli delle difficoltà economiche in cui versa il sistema sanitario della nostra regione, degli investimenti inadeguati sul territorio; sarebbe pertanto inutile quanto scorretto presentare progetti avveniristici se poi non riusciamo ad avere, nei grandi ospedali come in quelli decentrati, un minimo di attrezzature e finanziamenti, ma solo piante organiche ridotte che ci obbligano a turni massacranti. E’ importante invece comprendere quello che deve essere il ruolo della SIP regionale e i cardini su cui far ruotare tutto il sistema, per approdare a risultati credibili, degni di considerazione. La SIP è una società scientifica, un punto di incontro di tre realtà: Ospedale, Università e Territorio; realtà complementari ma con identità ed autonomie da rispettare. Da tale concertazione dovranno nascere azioni ed iniziative che, ottimizzando i reciproci rapporti, possano portare la Pediatria pugliese ad elevati livelli di qualificazione professionale, con innegabili vantaggi sia per l’utente (nel nostro caso il bambino e la sua famiglia), sia per tutti noi. La SIP non può e non deve essere un altro carrozzone “politico” con l’ambizione di governare tutto il panorama pediatrico; la nostra Società deve essere una organizzazione funzionale in cui riconoscerci, confrontarci ed esserne fieri. Questo ci aspettiamo da una società scientifica a cui, non dimentichiamolo mai, siamo iscritti volontariamente. Le rivendicazioni di carattere economico, gli aspetti organizzativi del lavoro, la contrapposizione al sistema politico che governa la Sanità lasciamole legittimamente ai sindacati: noi siamo una società scientifica e solo come tale possiamo essere considerati dalla classe politica dirigente, di qualunque colore e orientamento essa sia. Ma questo non significa che una delle componenti non possa aiutare ed integrare l’altra in un percorso comune di crescita. Tutte le nostre forze devono essere partecipi delle difficoltà del momento e collaborare per due finalità importanti: la salute del bambino e la rivalutazione della figura del pediatra. I pediatri di famiglia devono sapere con quali difficoltà e sacrifici si lavora negli ospedali centrali e di provincia, gli ospedalieri devono conoscere a quali difficoltà vanno incontro ogni giorno i pediatri di famiglia, in prima linea nel nostro sistema sanitario; gli universitari devono trarre dal territorio e dall’ospedale linfa vitale per quelli che sono i compiti fondamentali dell’Università: la didattica e la ricerca. Queste mie parole non vogliono connotarsi quale atteggiamento critico, ma solo propositivo; sono maturati i tempi per unire le nostre forze. Se riusciamo, insieme, a trovare armonia e sinergia, possiamo affrontare argomenti fondamentali come l’aggiornamento e la formazione in maniera concreta, come scambio di esperienze e di opinioni, dialogo costruttivo e soprattutto interattivo. Fondamentale sarà il confronto tra il tuo quotidiano ed il mio. E’ necessario incontrarci e partecipare evitando a chiunque di ghettizzarci culturalmente e professionalmente. Non voglio dilungarmi oltre e sottrarti altro tempo prezioso. Spero che tu condivida queste riflessioni e proponimenti e che possa apportare le tue considerazioni in un percorso comune. Ti ringrazio sinceramente e conto sul tuo voto. Un caro saluto Rif: 3334101011
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